Marius Mitrea parla della carriera di arbitro di rugby

di Redazione Commenta

Marius Mitrea è un arbitro italiano internazionale, il migliore che abbiamo nel nostro Paese. Eppure tutto per lui è iniziato in Romania dove ha visto il movimento della sua nazione d’origine, morire progressivamente, per poi rinascere come giocatore prima e come arbitro poi, in Italia. 

Onrugby l’ha intervistato e di tutte le domande che questo sito ormai essenziale per decifrare il mondo rugbistico ha posto all’arbitro più famoso d’Italia, ce ne sono piaciute tre. Una in cui gli si chiede qual è stato il suo primo incontro ravvicinato con il rugby, l’altra in cui gli si chiede come mai sia passato dall’essere giocatore all’essere arbitro, poi una domanda sull’importanza del rugby giocato o allenato nella sua carriera di arbitro. Eccole a voi.

Quando ti sei avvicinato per la prima volta al rugby?

Ho cominciato a seguirlo da ragazzo in Romania. Poi dopo la caduta del regime di Ceaușescu il movimento rugbistico nella zona (Moldavia romena, ndr) diminuì fino a sparire. Mi sono riavvicinato alla palla ovale una volta arrivato in Italia, a Paese, dove ho giocato fino al 2007 quando avevo 25 anni.

L’idea di fare l’arbitro ti è arrivata mentre giocavi?

A dire il vero no. Quando giocavo non consideravo l’arbitro da questo punto di vista, nel senso che non era una figura presente nei miei pensieri e orizzonti. Poi dopo che avevo subito un infortunio uscì una circolare FIR che invitava le società ad inviare i giocatori per seguire dei corsi, io ero fermo e accettai di partecipare. Da lì è partito tutto, da quello che inizialmente è stato un episodio sfortunato.

Aver prima giocato a rugby ti ha aiutato nel momento di prendere il fischietto?

Già da subito ho notato una grossa differenza tra gli arbitri che non hanno mai giocato e quelli che invece hanno giocato o allenato. Nel modo di relazionarsi con i giocatori, di capire il gioco…Diciamo che in genere se hai giocato impieghi meno tempo per fare esperienza. Penso comunque che per un arbitro sia importante avere trascorsi nel rugby giocato o allenato.

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