Gli atleti israeliani campioni di windsurf, fuori dalla competizione mondiale

di Redazione Commenta

Che una squadra perda la verve iniziale ci può anche stare m che sia fatta fuori da una competizione mondiale dove avrebbe di certo vinto è quanto meno ridicolo. Il tutto per questioni politiche e burocratiche. 

Chi non avesse tempo di leggere il lungo racconto della Gazzetta dello Sport sappia che gli atleti israeliani avrebbero mandato l’iscrizione al campionato mondiale di Windsurf in Oman ma poi, su consiglio dell’intelligence nazionale avrebbero rinunciato all’iscrizione. Problemi di sicurezza a loro carico. Subito dopo, quando ormai i loro visti erano stati cancellati, gli atleti avrebbero deciso di partecipare senza tenere conto di quello che aveva detto l’intelligence. Ma ormai era davvero troppo tardi.

Ecco cosa scrive la Gazzetta dello Sport:

Gli atleti israeliani erano regolarmente iscritti e dunque dotati di visto d’ingresso, gli organizzatori del campionato mondiale si sono visti recapitare una nota della Isreal Sailing Association (Isa, l’equivalente della nostra Federvela) nella quale si comunicava che gli atleti israeliani non sarebbero arrivati in Oman causa un parere negativo dello Shin Bet (l’agenzia di intelligence di Tel Aviv), secondo il quale non esistevano condizioni di sicurezza sufficienti. L’organizzazione ne prende atto e cancella i visti d’ingresso per la delegazione israeliana. Poche ore dopo l’invio della comunicazione di rinuncia però l’Isa ci ha ripensato e, nonostante la contrarietà dello Shin Bet, in accordo con il Comitato Olimipico di Tel Aviv (l’equivalente del Coni), ha chiesto di iscrivere i propri atleti. La risposta ufficiale è stata che non c’erano più i tempi tecnici per emettere nuovi visti d’ingresso. E che dunque gli atleti israeliani erano fuori dalla competizione. LA FEDERAZIONE INTENAZIONALE — Incidentalmente la scorsa settimana, mentre la polemica divampava sulla stampa locale, il presidente dell’Isaf Carlo Croce era proprio in Israele, al campionato mondiale 470. Investito del problema, Croce è stato categorico, come riporta il Jerusalem Post di giovedì scorso tra virgolette: “La prima decisione delle autorità israeliane di non inviare i propri atleti per ragioni di sicurezza è stata presa nel momento sbagliato. Quando hanno cambiato idea era davvero troppo tardi perché in Oman potessero organizzarsi per accoglierli. Ancora oggi ho provato una mediazione, senza successo. E’ necessario dimenticarsi -conclude Croce – di quanto è successo e guardare avanti”. Che le autorità israeliane abbiano, nella circostanza, commesso errori, anche grossi, pare essere fuori discussione. Ma pare altrettanto evidente che l’Isaf avesse mezzi e possibilità per intervenire. In fondo si trattava di 3 visti d’ingresso per tre atleti, da emettere in 4 giorni. Non un’impresa titanica, obiettivamente. Anche perché le conseguenze sono devastanti. Il campionato mondiale della classe olimpica RS:X senza israeliani in un Paese arabo è un insulto al senso universale dello sport. Sembra incredibile che l’Isaf non se ne renda conto e non provveda annullando la manifestazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>