Doping, Alex Schwazer rischia 4 anni di squalifica

di Redazione Commenta

Sarà un Natale amaro per Alex Schwazer, il campione olimpico che trovato positivo all’eritropoietina in un controllo antidoping a Londra 2012. La Procura Antidoping ha chiesto il deferimento al Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per 4 anni di squalifica. “La mia carriera è finita” aveva dichiarato in lacrime ai microfono il giorno dopo lo scandalo e questa richiesta al massimo della pena suono ora come un triste presagio.

Ricorderete la vicenda che esplose ad agosto 2012 quando l’Agenzia Mondiale Antidoping comunicò al Coni di aver trovato Alex Schwazer positivo a un controllo antidoping per uso di Epo e possesso di testosterone. Di lì la decisione del Coni di sospendere immediatamente l’atleta azzurro dalla 50 km di marcia e l’ammissione pubblica di Alex che riconsegna pistola e tesserino ai Carabinieri.

Il suo dramma umano ha diviso l’opinione pubblica, per molti la sua ammissione non giustifica il comportamento antisportivo, per altri . In conferenza stampa Schwazer a capo chino e in lacrime raccontò di come – senza troppi problemi – acquistò Epo in una farmacia in Turchia, all’insaputa di tutti, soprattutto dal suo allenatore Michele Didoni (particolarmente furioso con Alex) e la fidanzata, la campionessa di pattinaggio Carolina Kostner (che dopo un litigio lo ha perdonato).

La reazione di Alex Schwazer alla notizia della richiesta di quattro anni è stata di sorpresa e afflizione soprattutto alla luce della confessione, della collaborazione con la giustizia sportiva e degli anni “puliti”. probabilmente gli inquirenti non credono molto alla versione da lui fornita di “aver fatto tutto da solo” e la convinzione di un sistema più radicato ha determinato la richiesta al massimo della pena.

Oggi Alex Schwazer studia Economia a Innsbruck ed è ancora fidanzato con Carolina Kostner. In una recente intervista a Vanity Fair, ha confessato di sentirsi finalmente libero dagli anni di duro allenamento e di quelli passati a fingere di amare uno sport a cui aveva dato tanto, forse troppo.

 

 

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