Il discorso del 1997 di Muhammad Alì

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Muhammad Alì si è spento all’età di 74 anni e le ultime foto lo ritraggono come un uomo distrutto dal Parkinson. Gli effetti della malattia su uno dei pugili più famosi, forti e apprezzati del mondo, sono inevitabili. Ecco un pezzo della storia di questo eroe dei ring. 

Rita Baldassarre per il Corriere della Sera, ha tradotto tutta l’intervista e tutto il discorso fatto dal pugile nel 1977. Ne riportiamo una sintesi: si parla del futuro, di un futuro da dedicare agli altri. Tutta la traduzione è qui.

«Vorrei dire qualcosa di importante, qualcosa che vi farà riflettere. La vita è troppo breve, e quando mettiamo insieme tutti i viaggi, le ore di sonno, gli anni di scuola, gli svaghi, ecc. ecco che abbiamo passato metà della nostra vita a non fare niente. Adesso ho 35 anni, fra 30 anni ne avrò 65… Potrei prepararmi a incontrare il Creatore. Dedicarmi all’immobiliare, fondare un’azienda, fare l’allenatore di boxe, tutto questo non mi porterà alla vita eterna… Lasciate che sia io a porre una domanda al pubblico. Quanti di voi credono nell’esistenza di un essere supremo? Quanti di voi credono nell’esistenza di Dio? Quanti di voi credono che esiste una potenza che ha creato il sole, la luna e le stelle? Quanti di voi credono che tutte queste cose non sono nate per caso? Qualcuno di molto più potente e saggio di noi le ha create…

Quando lascerò la boxe, o quando avrò finito la mia carriera di atleta, farò tutto quello che sarà in mio potere per aiutare il prossimo. Ecco un poveraccio appena sbarcato in America.

Dio non mi ha dato una pacca sulla spalla perché ho sconfitto Joe Frazier. A Dio non gliene frega niente di Joe Frazier. Non gliene frega niente di Inghilterra o di America, per quanto ne sappia io. Dio vuol sapere come trattiamo il nostro prossimo e quello che facciamo per aiutare gli altri. Perciò consacrerò la mia vita a mettere il mio nome e la mia fama al servizio delle associazioni di beneficenza, al servizio degli altri, per riportare la pace e l’unità tra i popoli… in questo mondo c’è bisogno di qualcuno che ci aiuti a ristabilire la pace. E quando morirò, se esiste un paradiso, voglio andarci.

Non rimaniamo a lungo su questa terra, siamo provvisori. E non siamo padroni di nulla. Perfino i nostri figli non ci appartengono. Non sto mentendo: vostra moglie non vi appartiene, non vi appartengono i vostri figli e nemmeno la vostra famiglia.

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