La nazionale italiana dimostra di avere voglia, e soprattutto speranza per il futuro. Mancini è riuscito a ridare entusiasmo ed unità alla nazionale, anche se mancano ancora le prove più dure. Ma le nuove leve, i giovani su cui sta facendo, coraggiosamente affidamento, fanno sperare ad un bel futuro.
I paragoni sono ancora prematuri, ma l’aria sembra quella della under 21 di Azelio Vicini, e quegli Europei in Germania che dimostrarono come i successivi Mondiali di Italia 90 potessero essere quelli della vittoria in casa.
La nuova stagione
La nuova stagione azzurra si apre dopo il buio della mancata qualificazione a Russia 18 e le pessime figure ai due mondiali precedenti. Al di là della parentesi di Conte, dal mondiale vinto in Germania sembra essere passato un secolo e soprattutto sembrava che il nostro paese non riuscisse più a crescere campioni.
Mancavano i giovani talenti che hanno fatto grande la nazionale, al di là delle colpe, evidenti, di Ventura, mancava la materia prima. Si era denunciata l’arretratezza del nostro calcio, che è rimasta, ma da sola non bastava a giustificare la penuria di talenti. Certo, le altre nazioni sono in netto vantaggio.
L’Inghilterra con i suoi stadi di proprietà e introiti che nessuno riesce ad eguagliare, i settori giovanili di Francia e Spagna, hanno lasciato il nostro paese indietro. Servono impianti di proprietà, squadre B e altre soluzioni, e questa nuova “calata” di talenti, non dovrà ingannare la politica sportiva, nel considerare tutto risolto.