Italrugby, considerazioni e curiosità della nostra Nazionale

di Redazione Commenta

La nazionale italiana di rugby ha già disputato due partite e anche se il morale è in crescendo alla luce di una performance migliorata da una partita all’altra, tuttavia al XV azzurro manca concretezza e per ora siamo a quota 2 sconfitte nel 6 Nazioni 2015. 

La partita contro il Galles ha dimostrato subito le fragilità della squadra italiana. Nonostante i 60 mila biglietti staccati per la partita che si è giocata all’Olimpico, gli azzurri hanno perso contro i campioni uscenti. E che campioni. Poi c’è stata la partita contro l’Inghilterra, in cui gli italiani hanno messo a segno 3 mete dimostrandosi più aggressivi e determinati in campo anche se poi la loro partita è durata meno di mezz’ora.

Il cuore di alcuni giocatori come Bisegni, Morisi e Venditti e l’esperienza dei soliti Castrogiovanni, Parisse, Masi, ha impressionato positivamente il pubblico che fino ad un certo punto ci ha quasi creduto che avremmo perso con onore. Invece a Twickenam è stata messa incassata un’altra sconfitta pesante.

Eppure non tanto pesante se si pensa che nel ranking IRB 2015 per l’Italia non è cambiato nulla. Nella classifica delle prime 20 squadre di rugby siamo sempre al 14esimo posto, con un punteggio di 71.19. L’unica ad averci guadagnato sembra essere stata l’Irlanda che adesso è sempre in quarta posizione ma ad appena 17 centesimi di distanza dall’Inghilterra. Il gap tra le due nazionali è stato dimezzato.

Qualche soddisfazione per gli azzurri c’è? In realtà sì, visto che uno dei commentatori più noti e apprezzati del rugby inglese, Jeremy Guscott, ha inserito 3 italiani nel suo XV ideale dopo la seconda giornata del 6 Nazioni. Si tratta di Luca Morisi (2 mete contro l’Inghilterra), George Fabio Biagi e Sergio Parisse.

In Italia, però, gli occhi sono tutti per Bisegni, il frascatano all’esordio in azzurro, il “Roscio” che è entrato in campo rasato, perché debuttante e nel tempio di Twickenham, il 23enne ex Lazio che adesso gioca con le Zebre, ha placcato e rotto il muro inglese contribuendo in modo decisivo al gioco azzurro.

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